Un trionfo assoluto, di carattere, come ha dimostrato la reazione lucida degli azzurri dopo il 2-1 di Lukaku su un discusso rigore, di sofferenza, come le lacrime di Spinazzola uscito per infortunio, di qualità, come confermato dal destro a giro di Insigne, e anche di sacrificio, come la rete del primo vantaggio azzurro firmata dal cagliaritano Barella, motore e luce dell’Italia di Roberto Mancini. Riviviamo il quarto di finale contro il Belgio.
Primo tempo: trenta minuti di studio, poi escono gli azzurri
Tutte le reti del primo quarto di finale di Euro 2020 sono avvenute nel primo tempo. L’Italia, lanciatissima verso il titolo a quota 5,50 come conferma la piattaforma di scommesse calcio Betway al tre luglio, aveva forse l’impegno ufficiale più difficile da quando Mancini è allenatore di questo splendido gruppo, il Belgio di Lukaku e De Bruyne. Sì, perché per infortunio all’appello è mancato a quest’incontro il numero 10 belga del Real Madrid Eden Hazard, che insieme ai due calciatori di Inter e Manchester City rappresenta uno dei fulcri centrali dei Diavoli Rossi.
Dopo una prima fase di studio davanti ai circa 14 mila spettatori dell’Allianz Arena di Monaco, la prima squadra a provare timidamente a rompere gli equilibri era il Belgio che tentava di far paura a Donnarumma che bloccava il rasoterra debole di Lukaku al primo minuto. Ma l’Italia passava in vantaggio al dodicesimo grazie a una deviazione di pancia di Bonucci, poi pescato in posizione irregolare dal VAR e quindi il goal veniva annullato per fuorigioco. Al diciannovesimo e ventesimo minuti due ammonizioni “pesanti” per l’economia del gioco di entrambe le squadre: Verratti e Tielemans.
L’Italia tremava letteralmente e soltanto la “manona” di Gigio Donnarumma evitava il peggio dopo una conclusione impressionante di De Bruyne di sinistro e il portiere azzurro si ripeteva cinque giri di lancetta dopo al minuto ventisei su un tiro a giro rasoterra di Lukaku. Intanto l’Italia cominciava a guadagnare metri e la conclusione a giro di Insigne uscita di poco alta sopra la porta di Courtois infondeva fiducia all’undici azzurro.
Dal trentesimo è un’altra storia: Barella, Insigne e poi il rigore di Lukaku nel finale
Difatti soltanto cinque minuti più tardi Verratti era bravo e intelligente ad anticipare tutta la difesa belga in seguito alla respinta di una punizione battuta dallo stesso centrocampista del PSG. Palla a Nicolò Barella che in pochissimo spazio mostrava quanta abilità e qualità ha questo ragazzo nato a Pirri, comune nella municipalità di Cagliari. Tocco di sinistro a liberare un destro potente a incrociare su cui nemmeno un portiere come Courtois poteva nulla.
L’Italia sembrava completamente in pieno “possesso” del match e la conclusione di Chiesa al quarantesimo che usciva di pochi centimetri alla sinistra di Courtois confermava la tendenza a favore degli azzurri. Giusto quattro minuti dopo la conclusione dello juventino arrivava una giocata da 10: Lorenzo Insigne portava avanti un contropiede e dopo aver saltato Tielemans, ammonito poco prima, faceva partire una delle sue specialità, il tiro a giro, con Courtois che provava invano a distendersi nei suoi due metri.
Secondo tempo: una gestione che “sa” di squadra matura in tutti i reparti
L’unica nota negativa di questo quarto di finale è stato il gravissimo infortunio occorso a Spinazzola, inizialmente criticato dai giocatori del Belgio e dal portiere del Real Madrid, che molto probabilmente terrà il laterale azzurro lontano dai campi di gioco per oltre otto mesi. Ma è davvero difficile trovare “difetti” all’undici di Mancini dopo aver sofferto, vinto e domato il Belgio, prima squadra nel ranking FIFA da oltre due anni. Il secondo tempo è stato ovviamente un continuo tentativo da parte degli uomini del catalano Martinez di arrivare al pareggio, ma gli attacchi belgi sono sembrati davvero inconsistenti di fronte all’organizzazione italiana.
Non che ai Diavoli Rossi siano mancate le occasioni: a questi livelli è quasi impossibile dominare al 100% le partite e annichilire l’avversario; con la qualità del Belgio lo è ancor di più. Ma gli azzurri non hanno mai dato l’impressione di vacillare. Soltanto in un’occasione Spinazzola diventava decisivo “parando” con la coscia una conclusione ravvicinata di Lukaku.
Nicolò Barella è orgoglio non soltanto della sua famiglia d’origine e di quella formata con la ex modella Federica Schievenin, ma di tutta un’isola su cui da sempre si gioca a calcio e in cui da sempre nascono talenti puri come Gianfranco Zola. Classe 1997, il ragazzo sardo rappresenta la “rinascita” della nostra nazionale, che ormai non stupisce più.
La vittoria contro il Belgio rappresenta inoltre la striscia più lunga in assoluto per una nazionale di calcio fra qualificazioni e fase finale di un europeo; mentre la rete di Insigne è l’undicesima siglata dall’Italia a Euro 2020, record assoluto per gli azzurri nella massima manifestazione continentale.
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