Con l’ampio utilizzo dello smart working anche nella nostra bella isola si sono notati diversi effetti a livello locale e globale. Con questo articolo cercheremo di analizzare l’impatto del “lavoro agile” sulla zona di Sinnai e sulla Sardegna in generale.
Ritorno alla base
Come successo in altre zone d’Italia, lo smart work ha consentito un ampio ritorno alla base per tanti lavoratori sardi costretti a emigrare nelle grandi città del Nord per trovare un impiego stabile.
Nonostante la partenza a singhiozzo e alcuni disservizi causati dall’applicazione dello smart work nella Pubblica Amministrazione (circostanza che ha spinto molti a chiedere un ritorno celere al lavoro in ufficio) è innegabile che “lavorare da casa” porti numerosi vantaggi.
Il primo è legato agli spostamenti. Non dovendo più essere vicini al posto di lavoro per presentarsi fisicamente in ufficio, è stato possibile tornare nelle case dei genitori, o nelle seconde case utilizzate solo in brevi periodi dell’anno, tornando a ripopolare borghi assopiti.
La possibilità di generare reddito rimanendo in Sardegna potrebbe causare positive ripercussioni economiche a livello locale, con un aumento della richiesta di servizi oramai non più erogati, aumento del valore delle case e un miglior equilibrio fra vita e lavoro grazie al clima favorevole dell’isola.
Esempi virtuosi
Società digitali come la sassarese Abinsula avevano abbracciato da tempo i vantaggi del lavoro da remoto. La presenza di numerosi sedi (fra Sassari, Cagliari, Torino e Barcellona) aveva in un certo modo costretto la compagnia ad abbracciare il cambiamento in anticipo.
Dopo tutto, con l’utilizzo di piattaforme di messaggistica istantanea e per meeting aziendali, come Zoom o Google Hangouts, è possibile svolgere tutte le principali funzioni di coordinamento, scambio di idee e anche di incontro con clienti e collaboratori (senza presenza fisica).
L’importanza di una buona connessione
Naturalmente, per far fronte a questo repentino incremento di domanda di connessione e trasferimento dati internet, sono necessarie infrastrutture moderne, funzionali e proporzionate ai nuovi carichi.
Nella nostra zona, è fortunatamente possibile godere di una connessione internet fino a 100 Mega tramite fibra ottica.
Questo salto tecnologico permetterà ad aziende e privati di fare videochiamate, inviare e ricevere file, godersi serie e film su Netflix e divertirsi con i giochi virtuali come quelli su Bingo! per esempio, con un’esperienza fluida e priva di disconnessioni improvvise.
Abbracciare il cambiamento
Ovviamente lo smart working non è tutto rose e fiori. Il cambiamento spesso spaventa, pone nuove sfide e mette sotto stress. Ma può rivelare anche nuove opportunità, offrire più tempo libero e rendere più efficiente l’esperienza lavorativa.
Oltre ai sardi di ritorno, è nata una nuova categoria di nomadi digitali che vede nella nostra terra il luogo perfetto per stabilire nuove radici. Il clima, la bellezza dei paesaggi, uno stile di vita più rilassato e piacevole sono tutti fattori che influiscono su tale scelta. Ma lo smart working è un fenomeno complesso che va analizzato con attenzione.
L’ACLI di Cagliari ha aperto uno studio proprio su questo tema, al fine di raccogliere pareri, opinioni ed esperienze dirette dai lavoratori. Elaborando questi dati sarà possibile avere uno sguardo più chiaro sulla questione, cercando e applicando aggiustamenti, ove necessario, per rendere ancora più piacevole questo nuovo approccio al lavoro.
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