Stamane sul quotidiano regionale L'Unione Sarda è comparso l'articolo che parla di Antonio Escana, il professore di Sinnai condannato per abusi sessuali su Minorenni, la figlia Martina Escana risponde al quotidiano in una lettera aperta che pubblichiamo integralmente:
Lettera aperta in risposta all'articolo pubblicato stamane sull'Unione Sarda dal giornalista, se così si può definire , An. M. .
Carissimi lettori a scrivere questa lettera é la figlia del professore Antonio Escana, che professore possiamo definire, per carriera e per insegnamento morale e di vita . Il suddetto essendo stato qualche tempo fa accusato da una ragazzina minorenne , che per tale motivo viene difesa a prescindere ,senza alcuna evidenza di prova o certezza sul reato commesso, viene condannando , anche se solo in primo grado. Mio padre di cui io sono più che certa dell' innocenza viene descritto in tale articolo come un mostro, il quale non é. Inoltre viene di lui fatto nome e cognome senza tener conto della sua famiglia mentre l' articolo viene firmato da un certo An . M . moralmente e professionalmente scorretto , che pubblica l articolo con tanto di nome e cognome così che possa fare più clamore. A tale personaggio ricordo che al giorno d' oggi chiunque può essere accusato di aver commesso "I reati" di cui mio padre viene accusato , ricordo ancora senza alcuna prova , e esser condannato ad una pena assolutamente non proporzionata ai fatti NON ACCADUTI . Ancora ribadisco il concetto dell' innocenza poiché , ne io ne nessun altro membro della mia famiglia crede che mio padre dopo trent anni di carriera , tre figlie femmine ,due nipotine e tante amiche donne , si sia un giorno svegliato e abbia deciso di molestare una ragazzina inoltre in un momento della sua vita abbastanza delicato che lo ha portato per vari problemi di salute ad assentarsi dal lavoro e ad avere a mala pena le energie per affrontare la vita quotidiana . Da non dimenticare , come già accennato in precendenza , che la condanna non é definitiva e che ci sono ancora tanti processi da fare , sperando che ci si ritrovi davanti ad un giudice pronto a basarsi su fatti e prove reali e non sul passaparola . Oggi viviamo in una società STRANA , in cui é molto semplice essere additati per fatti di questo genere ,che ormai non fanno più scalpore e sicuramente non faranno fare al caro giornalista nessuno scoop . Ma in questa trappola infernale che é la giustizia é molto semplice cadere , specie quando si é persone in gamba di cui si ha tanto da invidiare. Caro Manunza sarai certamente ricordato per fatti in cui tuo nonno fu implicato (rapimento Bussi) , ma non sarai ricordato per aver scritto questo articolo in modo scorretto e disonesto . Vorrei aggiungere che sullo stesso giornale il professor Antonio Escana é stato descritto un anno fa come un salvatore , dopo essere intervenuto per salvare la vita ad un suo alunno praticandogli il massaggio cardiaco . Ma di questi fatti ci si dimentica velocemente . Questo evento mi ha ricordato il motivo per cui dopo tanti di studi fatti per diventare giornalista ho capito che quella non era la mia strada , io sono una persona intellettualmente onesta , purtroppo non tutti lo siamo.
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