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Dal 14 al 22 dicembre...
L’iniziativa di far respirare l’atmosfera natalizia nella nostra Sinnai, in via Mara 18 , è nata grazie a Marcella, Alba e Laura.
Renne speciali e calesse, pupazzi di neve..percorso esterno illuminato…sino ad arrivare alla Casa..dove Babbo Natale aspetterà i bambini…la loro letterina..il camino..e tante altre sorprese che non ci e’ permesso svelare…
Le sculture sono state realizzate con materiali semplici per arrivare a un risultato complesso, oggetti e personaggi da ammirare con stupore. Marcella Mandis spiega: “Insieme agli artisti, Maghi, giocolieri e animatori che allieteranno i pomeriggi, la casa di Babbo Natale offrirà vari laboratori dove i bambini potranno partecipare attivamente…Creazione del Dolcetto Natalizio..Casette di marzapane..Pittura..Addobbi realizzati a mano."
A pochi passi dal centro storico e dalla piazza Santa Barbara troverete un antico portone di una casa campidanese del 1600, Su Stari de tziu Rafieli Serreli, affascinante e ricca di storia, la storia che ci appartiene con tutti gli attrezzi della civiltà contadina e sarà in quell'istante in cui varcherete la soglia che verrete catturati da un vortice di emozioni perché avrete fatto un salto nel passato lungo 400 anni!!
In giardino non mancheranno divertimento e risate ma con l'arrivo della Signora Sorvegliante non mancheranno le sorprese.
Ha promesso già a tanti bambini che organizzerà una Caccia al Tesoro esilarante!!!
Babbo Natale aspetterà tutti, grandi e piccini, con gioia e allegria e non solo bambini ma nonni e zii saranno i benvenuti !!
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55 Donazioni tra Raccolta Facebook, Bonifico, Paypal e Contanti per complessivi 968,10 Euro (al netto delle commissioni paypal/facebook).
Questa è la cifra destinata al giovane ALI, il Kebabbaro rapinato da un noto pregiudicato Sinnaese.
L'importo andrà quasi a coprire l'intera somma sottratta al pakistano (1200 euro).
L'importo sarà donato ad Ali questo Sabato in occasione del suo 32esimo compleanno dalle Associazioni Madiba e Radio Fusion organizzatrici della raccolta.
Inutile rispondere alle diatribe dei social ai limiti tra razzismo e ignoranza,
un sentito ringraziamento alle 55 persone che hanno partecipato alla raccolta fondi.
Per questioni di trasparenza alleghiamo copia del bonifico che attesta il versamento verso Ali.
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L'Amministrazione comunale incontra gli agricoltori e gli allevatori
per affrontare insieme i problemi del comparto e adottare le possibili soluzioni.
Sinnai - Aula Consiliare Lunedì 28 Ottobre 2019 - Ore 17.30
Questo il programma dell'incontro:
Ore 17:30 — Inizio lavori e saluti istituzionali:
- Tarcisio Anedda — Sindaco di Sinnai
- Franco Orrù — Assessore all'Agricoltura
- Alessandra Moriconi — Assessore alle Attività Produttive
Ore 18:00 — Apertura dibattito con interventi da parte degli operatori del settore
Ore 19:30 — Chiusura dei lavori con intervento del Sindaco Tarcisio Anedda
L'incontro è aperto al pubblico
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Chi ben comincia è a metà dell’opera, proverbio famoso che sta ad indicare che la parte più difficile di qualsiasi percorso o sfida è sicuramente l’approccio. Se parliamo del campionato del Cagliari di Maran questo detto calza a pennello: il calciomercato di agosto aveva già fatto pensare ad un Cagliari particolarmente competitivo, con tante riconferme come bomber i Pavoletti e Joao Pedro, oltre ai tanti acquisti voluti da presidente Giulini, con gli arrivi di Simeone (Fiorentina), Nainggolan (prestito dall’Inter), Nandez che arriverà solo a gennaio dal Boca Juniors, Olsen portiere dalla Roma, Pellegrini in prestito dalla Juventus, Rog e Cacciatore, rispettivamente in prestito dal Napoli e dal Chievo. Insomma, i brillanti risultati messi in fila nelle prime giornate di campionato non fanno che confermare ciò che tutti gli addetti ai lavori avevano pensato quest’estate, cioè che il Cagliari abbia margini di crescita enormi.
Entusiasmo e progetti futuri
Certo, è ancora presto per trovare il Cagliari tra le quote Champions League sulla pagina Betfair, ma l’impegno profuso dalla società e dal comune lasciano ben sperare in un futuro più che roseo in cui ambire a risultati più prestigiosi. In occasione della conferenza stampa per l’evento “Tutti allo stadio in bus” il sindaco Paolo Truzzu ne ha approfittato per intervenire su molti temi legati allo sport e non poteva mancare un’analisi sul “casteddu”. Quest'iniziativa (voluta dalla società cagliaritana) è un primo tassello per una collaborazione che si spera diventi in futuro continuativa e vantaggiosa per entrambe le parti. Il sindaco si è poi espresso sulla situazione stadio che sta tanto a cuore a tifosi e società: il primo cittadino ha dichiarato che l’iter è a buon punto e che spera di sbloccare la situazione nei prossimi mesi. In un calcio che si muove così repentinamente e dove il passaggio dallo stadio pubblico a quello di proprietà sembra essere un “must” per le società che vogliono ambire a qualcosa in più, il Cagliari e la città stessa hanno fatto bene a muoversi per tempo e trovare una collaborazione serena che non potrà che fare del bene a tutto il movimento.
Situazione infortuni e rosa da sfoltire
Al momento le poche cose che preoccupano l’ambiente rossoblù sono le condizioni di Pavoletti e Cragno, oltre alla rosa da sfoltire (ma probabilmente solo a gennaio): il bomber infortunatosi ad inizio stagione ha dovuto mettere un grande freno a quella che sembrava la stagione della consacrazione, mentre per il portiere si ha qualche certezza in più dopo le noie alla spalla e il suo rientro è previsto per gennaio 2020. Simeone è stato l’acquisto per rimpiazzare “Pavoloso”, che dovrebbe rientrare intorno ad aprile 2020 e chissà, forse giocarsi le ultime carte per entrare nel giro della Nazionale che parteciperà agli Europei della prossima estate.
Si continua a lavorare serenamente in casa Cagliari, l’ambiente è rilassato e fiducioso, l’allenatore di grande esperienza è riuscito a donare un’idea di calcio semplice ma fluida e piacevole. La parola d’ordine del Cagliari è la salvezza, ma con un entusiasmo ed una qualità del genere, non si può che migliorare.
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In Sardegna, la lotta contro gli influssi malefici attraverso talismani e amuleti affonda nella notte dei tempi.
È dall’alba della storia, infatti, che il popolo sardo utilizza pietre, tessuti, conchiglie o altri manufatti per combattere gli spiriti, il malocchio, la malasorte e le avversità, spesso accompagnando l’uso del talismano con appositi rituali che affondano le radici in rituali di natura pagana a cui, col tempo, si sono sovrapposti i riti cristiani.
Ciò nonostante, l’influsso delle antiche religioni pagane è ancora evidente non solo nell’uso dei talismani in sé, non sempre approvati dalla dottrina della Chiesa (quando non osteggiati), ma comunque presenti, forse più in passato che ora, ma comunque parte di una tradizione tutt’altro che sepolta.
La Sardegna condivide l’uso degli amuleti e dei talismani con tutte le culture del mondo, dove assumono le forme più diverse e vengono utilizzati nelle più svariate situazioni: per proteggersi o allontanare un momento di negatività, come amuleto di buon auspicio nel gioco, per attirare l’amore di una persona amata; ma, soprattutto, i talismani vengono usati per tenere lontani il male, quel male che può avere la forma del malocchio o, più in generale, della maledizione.
Nell’isola, gli amuleti e i talismani contro le fatture, il malocchio o altre avversità sono diversi a secondo delle finalità e dell’uso.
Cominciamo dalle pungas, dette anche furtaleas, scrittus, breus, scrapulario o contromazzina.
Le pungas non sono altro che quadrati di tessuto, spesso di broccato oppure panno, al cui interno sono contenuti elementi di varia natura: cera benedetta, monete, scritti, preghiere, semi, grano, ruta. Le pungas hanno finalità differenti: possono proteggere dal malocchio, scacciare gli influssi malefici, proteggere dalle armi da fuoco o da taglio (ecco spiegato perché i banditi spesso ne avevano una con sé), dai danni al bestiame o dagli incendi al raccolto.
Le pungas hanno queste particolarità: sono personali e non possono essere prestate, se non in rari casi e dietro il pagamento di obolo o di un pegno al padrone e, soprattutto, non devono mai essere aperte, altrimenti perdono di efficacia. Le pungas, infatti, al momento del confezionamento devono essere accompagnate da una serie di preghiere e formule, dette brebus, contro il malocchio o le altre avversità; se le pungas vengono aperte, le preghiere perdono di efficacia.
Se le pungas contro le armi da fuoco oggi sono poco o per nulla utilizzati, rimangono invece in uso quelle donate alle partorienti per evitare aborti, infertilità o malocchio. Le pungas possono passare di generazione in generazione.
Un altro amuleto contro il malocchio è su coccu, che per forma e dimensioni rappresenta l’occhio “buono” contro quello “cattivo”. Ha il potere di assorbire maledizioni, maldicenze, influssi nefasti, malocchio e di trattenere il male in sé.
Su coccu può assumere diversi nomi a seconda della località: pinnadellu, kokko, cocco, sabagiu, kokku. La parola Coccu o Kokku dovrebbe derivare dal latino coccum, di lì coccoro (“noce) e, infine, coccu; il riferimento è, com’è ovvio, alla forma tondeggiante del talismano.
Si tratta di una pietra liscia, nera, in onice o in ossidiana (oppure, più di rado, in corallo rosso) rotonda, contenuta tra due calotte laterali (solitamente in lamina o filigrana), spesso sorretta da due catenelle. Tramandato di generazione in generazione, su coccu ha il compito di proteggere dal malocchio; ma per essere efficace, dev’essere ricevuto in dono. Non era raro che su coccu venisse donato a famiglie che, per l’assenza di discendenti, erano vicine a sparire. Inoltre, perderlo era una vera disgrazia.
È possibile trovare su coccu in materiali diversi dalla pietra o dal corallo: marmo, ambra, legno e vetro colorato (le murrine).
Così come is pungas, anche su coccu dev’essere abbrebau, cioè benedetto con apposite preghiere, le già citate brebus.
Accanto a le pungas e a su coccu, troviamo altri amuleti come il nudeus, una teca di vetro e argento (materiale lunare, adatto ai rituali magici) in cui venivano riposti parti di tessuto benedetto, reliquie, immagini sacre, a testimoniare ancora una volta come sacro e profano, paganità e cristianità si uniscono in una sovrapposizione simbolica di elementi.
Anche le conchiglie, come l’occhio di Santa Lucia, sono amuleti volti ad attrarre la buona sorte e il bene, allontanando il male (e il malocchio).
Insomma, quella degli amuleti contro il male è una tradizione molto radicata in Sardegna, al pari di altre credenze popolari come l’acqua miracolosa nei sentieri tra Sinnai e Settimo San Pietro, sopravvissute all’avvento del cristianesimo e che, anzi, accompagna la vita dei sardi da secoli.
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